Auguri a coloro che ne portano il nome...

Una voce come la Tua che entra nel cuore di una vergine e lo spaventa, una voce di carne e di anima, una voce che non si vede, un figlio promesso a me, tu ancella che non conosci l’amore, un figlio mio e dell’albero, un figlio mio e del prato, un figlio mio e dell’acqua, un figlio solo: il Tuo. Come non posso non spaventarmi e fuggire lontano se non fosse per quell’ala di uomo che mi è sembrata un angelo? Ma in realtà, mio Dio, chi era? Uno che si raccomanda, uno che mi dice di tacere, uno che non tace, uno che dice un mistero e che lo divulga a tutti. Io sola, povera fanciulla ebrea che devo credere e ne ho paura, Signore, perché la fede è una mano che ti prende le viscere, la fede è una mano che ti fa partorire.

Alda Merini, Magnificat – Un incontro con Maria